“È un ottimistico segnale di ripartenza e di consolidamento dei consumi turistici degli italiani quello che emerge dalle previsioni delle imminenti festività di Natale e di Capodanno”. È questo il commento a caldo del Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, alla lettura dei risultati di un’indagine last minute realizzata con il supporto tecnico dell’istituto ACS Marketing Solutions. “Che il 2015 potesse essere l’anno della ripresa del settore -prosegue Bocca- lo si era capito dai vari appuntamenti clou disseminati nell’arco dei dodici mesi ed il risultato atteso per gli ultimi giorni di dicembre rappresenta una gradita conferma. “Inoltre la circostanza che gli italiani scelgano maggiormente il proprio Paese, per trascorrere qualche giorno di meritato riposo, -evidenzia il Presidente degli albergatori- rappresenta l’ulteriore attestazione di come il sistema turistico nazionale rappresenti ormai un insostituibile punto di riferimento. “Certo, -stigmatizza Bocca- il risultato positivo non cancella gli anni di crisi che sono alle spalle e per ritornare ai livelli pre-recessione occorrerà almeno un lustro, ma vogliamo guardare avanti con entusiasmo e concentrarci sui prossimi risultati. “Confidiamo -conclude Bocca- che il Governo ed il Parlamento supportino uno dei settori più vitali per lo sviluppo economico del Paese, a cominciare da un robusto e strategico potenziamento dell’Enit, un istituto senza il quale difficilmente potremo vincere le sfide che un mercato sempre più polverizzato ed agguerrito ci offrirà di giorno in giorno”.
I RISULTATI DELL’INDAGINE
I NUMERI IN SINTESI – L’indagine, realizzata dalla Federalberghi con il supporto tecnico dell’Istituto ACS Marketing Solutions, è stata effettuata dal 10 al 18 dicembre. Sono state ascoltate, con il sistema C.A.T.I. (interviste telefoniche) ben 3.000 persone maggiorenni, per un campione rappresentativo di oltre 50 milioni di individui maggiorenni. Il campione è stato costruito in modo da rispettare le quote della popolazione italiana sia maggiorenne sia minorenne (circa 60 milioni) in termini di sesso, età, grandi ripartizioni geografiche ed ampiezza dei centri abitati.
I numeri salienti delle festività di fine anno 2015 evidenziano come tra Natale e Capodanno si muoveranno complessivamente circa 12,8 milioni di italiani (+7,7%) dormendo almeno 1 notte fuori casa.
A Natale l’86% resterà in Italia (rispetto all’88% del 2014) ed il 14% andrà all’estero (rispetto al 12% del 2014).
A Capodanno l’80% resterà in Italia (rispetto al 69% del 2014) ed il 20% andrà all’estero (rispetto al 31% del 2014).
Il giro d’affari determinato da questo movimento turistico assommerà a circa 8 miliardi di Euro (+2,6% rispetto al 2014).
Quanto alla modalità di prenotazione a Natale solo il 38% dei vacanzieri ha utilizzato sistemi elettronici, rispetto al 65% di Capodanno che ha preferito l’online. Tra coloro che non faranno alcuna vacanza, pari a 47 milioni di italiani (rispetto ai 48 milioni del 2014), mediamente quasi 24 milioni (rispetto ai 30 milioni del 2014) dichiarano di non potersi muovere per motivi economici, a conferma di un clima economico complessivamente mutato. NATALE – Per questa festività saranno circa di 6,6 milioni (rispetto ai 6,2 milioni del 2014) gli italiani che si muoveranno dalla propria città, dormendo almeno una notte fuori casa, per un incremento del 5,5%.
Tra chi andrà in vacanza l’86% (rispetto all’88% del 2014) resterà in Italia, mentre il 14% (rispetto al 12% del 2014) andrà all’estero.
La vacanza preferita sarà in montagna (30,6% rispetto al 39,5% del 2014), seguita da una città diversa da quella di residenza (26,5% rispetto al 24,2%), dalle città d’arte maggiori e minori (22,1% rispetto al 15,8%) e dal mare (12,4% rispetto al 13,7%). Mentre per chi andrà all’estero le grandi Capitali europee saranno preferite dal 63,2% (rispetto al 69,3% del 2014).
Per chi resterà in Italia l’alloggio preferito sarà la casa di parenti o amici (41,2% rispetto al 40,7% del 2014), seguito dall’albergo (27% rispetto al 28,2%), dalla casa di proprietà (10,6% rispetto al 10,1%), dai B&B (6,1% rispetto al 4,5%) e dai rifugi alpini (5,3% rispetto al 7,2%).
A Natale gli italiani in vacanza dormiranno in media 5,4 notti fuori casa (rispetto alle 4,6 notti del 2014) per una spesa media pro-capite (comprensiva di trasporto, alloggio, cibo, divertimenti) di 651 Euro (rispetto ai 657 Euro del 2014) composti in Italia da 531 Euro ed all’estero di 1.487 Euro, per un giro d’affari di circa 4,3 miliardi di Euro rispetto ai 4,1 miliardi del 2014 (+4,5%).
CAPODANNO – Per questa festività saranno circa 6,2 milioni gli italiani (rispetto ai circa 5,6 milioni del 2014) che si muoveranno dalla propria città, dormendo almeno una notte fuori casa, per un +10,2% rispetto al 2014.
Tra chi partirà in vacanza l’80% (rispetto al 69% del 2014) resterà in Italia, mentre il 20% (rispetto al 31% del 2014) andrà all’estero.
Per chi resterà in Italia la vacanza preferita sarà ancora in montagna (35,7% rispetto al 37,4% del 2014), seguita da una città diversa da quella di residenza (23,9% rispetto al 29,7%), dalle città d’arte maggiori e minori (22,7% rispetto al 17%), dal mare (7,2% rispetto al 10,3%) e dalle località termali e del benessere (4,5% rispetto al 2,9%). Mentre per chi andrà all’estero le grandi Capitali europee assorbiranno l’83% (come nel 2014).
L’alloggio preferito sarà l’albergo (32,4% rispetto al 35,6% del 2014), seguito dalla casa di parenti o amici (31,2% rispetto al 29,7%), dai B&B (12,8% rispetto all’11,1%) e dai rifugi alpini (5,7% rispetto al 9,5%).
A Capodanno gli italiani in vacanza dormiranno in media 4,1 notti fuori casa rispetto alle 3,7 notti del 2014, per una spesa media pro-capite (comprensiva di trasporto, alloggio, cibo, divertimenti) di 596 Euro rispetto ai 660 Euro del 2014 suddivisi in Italia da 484 Euro ed all’estero di 1.060 Euro, pari ad un giro d’affari di 3,7 miliardi di Euro (come nel 2014).
I MOTIVI DELLA NON-VACANZA – I motivi principali per i quali il resto della popolazione italiana dichiara che non effettuerà nemmeno un pernottamento fuori casa a Natale e/o Capodanno sono legati essenzialmente ai motivi economici, che si attestano al 50% (circa 24 milioni), con un drastico calo però rispetto al 2014 (30 milioni).
Tra le altre cause si evidenziano quelle per motivi familiari nel 18,2% dei casi, per motivi di salute nel 16,9% dei casi, chi dichiara che farà vacanze in un altro periodo nell’8,2% dei casi e chi per impegni di lavoro nel 7,5% dei casi ed appena il 4,5% per motivi legati alla sicurezza.